Abstract
Riassunto
In Italia la coltivazione del mais inizia già pochi decenni dopo il primo viaggio di Colombo nelle Americhe, e fino a metà degli anni ’50 prosegue con varietà a impollinazione libera con rese medie nazionali che oscillano tra 1 e 2 tonnellate per ettaro per una produzione annua complessiva attorno ai 2 milioni di tonnellate. A partire dagli anni ’50 vengono introdotti i mais ibridi che assieme all’adozione dei concimi di sintesi consentono aumenti di resa di circa 180 kg/ha/anno che permettono di superare 10 milioni di tonnellate prodotte su circa 1.1 milioni di ettari a metà degli anni ’90. Da metà anni ’90 le rese restano stazionarie per circa 20 anni e poi hanno un leggero aumento che probabilmente è di origine fittizia data la forte contemporanea contrazione di superfici che esclude le superfici meno vocate. Nel corso dell’ultimo decennio la produzione italiana scende sotto i 5 milioni di tonnellate portando l’Italia a importare oltre metà del proprio fabbisogno. Il blocco della semina del mais resistente alla piralide con la conseguente perdita di produzione e una maggior contaminazione da micotossine, il calo dei prezzi e del sostegno della politica agricola comunitaria sono tra le principali cause del declino della maiscoltura in Italia.

Abstract
In Italy corn cultivation began a few decades after Columbus’s first voyage to the Americas, and continued with open-pollinated varieties until the mid-1950s. Average national yields ranged between 1 and 2 tons per hectare for a total production of around 2 million tons per year. Starting from the 1950s, hybrid maize was introduced which, together with the adoption of synthetic fertilizers. This allowed increases in yields of approximately 180 kg/ha/year which made it possible to exceed 10 million tons produced on approximately 1.1 million hectares in the middle of the 90’s. Since the mid-90s, yields have remained stationary for about 20 years and then slightly increased, due probably to the strong simultaneous contraction of surfaces which excluded the less suitable. Over the last decade Italian production has fallen below 5 million tons, bringing Italy to import over half of its needs. The prohibition to plant corn resistant to the corn borer and the consequent loss of production and greater contamination by mycotoxins, the drop in prices and support from the common agricultural policy are among the main causes of the decline of maize farming in Italy.
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